18 aprile 2006

Campione d'incassi all'estero, in Italia un flop.



L'altro giorno al mare osservavo la gente passeggiare nei vicoli e riflettevo sulla comodità che ultimamente sembra dominare in tutta la penisola; gelati, pizzette, macchine, occhiali, foto, vestiti e ogni cazzata pur di non annoiarsi, pur di non fermarsi.
Altro che crisi. Un'amica danese, conosciuta in un budello, mi raccontava che l'Italia assomiglia più ad un'isola dove le notizie che filtrano sono sempre le stesse e sempre incomplete: all'estero tramie la BBSI danno informazioni diverse sulla campagna elettorale, e molti stranieri non capiscono come è potuto accadere. Come siamo potuti cadere ancora così in basso.
Poi questa amica mi racconta che in Danimarca i giovani a diciott'anni sono fuori di casa, si trovano sistemazioni provvisorie con altri ragazzi, viaggiano per un anno lontano dalla famiglia, sperimentano l'indipendenza e si cimentano con la vita basandosi solo sulle loro forze... e così chiaccherando emerge l'ombra di un Italia sotto scacco, di un'Italia in parte pigra, in parte furba e come dice Scalfari di Repubblica, soggiogata da quest'ometto che stimola la parte viziata di ognuno di noi.
Ma io credo che sia giunta l'ora di porre fine ai giochi e di ridare un briciolo di dignità a questo paese, perchè questo paese siamo noi. Siamo di passaggio, non dimentichiamolo. E' ora di fermarsi a riflettere se ne vale la pena continuare a lasciare fare, a far finta di niente mentre si prepara un'altra guerra e si delinea un'altra farsa. Milioni di parole sono state spese su questi argomenti, ma alla fine è sempre chi legge che decide. Io ho lanciato il mio grido. Viva l'amore, abbasso la guerra!