10 ottobre 2006

I politici danno il buon esempio



Droga e politica: il Garante blocca lo scoop delle Iene
Il garante per la Privacy ha deciso di non mandare in onda il test "rubato". Nell'intervista un onorevole su tre risultava positivo all'uso di droghe


Non andrà in onda il servizio della trasmissione tv Le Iene sull'uso di droga da parte dei deputati. Dopo le reazioni dal mondo politico, è arrivato lo stop del Garante per la privacy.

Non vedremo dunque i 50 onorevoli che sono stati "intervistati" da una Iena in borghese, che con la scusa di una ritoccatina al trucco ha tamponato la fronte delle vittime ricavandone dati utili per capire se l'ignaro intervistato aveva fatto uso di droghe nelle ultime 36 ore.
Risultato: un terzo dei 50 deputati coinvolti nella falsa intervista è risultato positivo. Tra di loro, il 24% è risultato positivo alla cannabis (12 onorevoli) e l'8% alla cocaina (4 onorevoli).


Se all'interno di Montecitorio erano già comparse le prime vittime delle Iene, all'esterno era già iniziata la discussione sulla veridicità del test.
Il drug wipe, così si chiama il tampone frontale utilizzato, è un test serio e scientificamente valido, molto in uso tra le polizie europee, soprattutto in Germania e Gran Bretagna. Da solo però non è sufficiente a confermare la positività all'uso di droghe, ma serve un'ulteriore prova di laboratorio dal momento che possono verificarsi falsi positivi. Come spiega Davide Parenti, papà delle Iene, "è infallibile al 100% se si sono assunte sostanze stupefacenti nelle ultime 36 ore. Il che vuole dire che basta averne fatto uso più di due giorni prima per risultare negativi".


La notizia dello scoop ha creato scompiglio in Parlamento. Anche se gli autori del programma annunciano che i nomi dei coinvolti resteranno top secret e durante la messa in onda del video non si riconosceranno i deputati coinvolti, tra i politici è bufera.

Se Tommaso Pellegrino, dei Verdi, si dice contento di avere partecipato e si augura che "sia l'occasione di un dibattito contro l'ipocrisia del proibizionismo", Italo Bocchino, di An, querela la trasmissione "pur non avendo niente da nascondere". Caustico Daniele Capezzone dei Radicali: "Io l'ho sempre detto". Alessandra Mussolini invita a fare i nomi . Casini parla di una "pessima trovata pubblicitaria". Piero Fassino ironizza: "Può darsi che così si faccia più in fretta a cambiare la legge Fini sulle tossicodipendenze". Il verde Paolo Cento se la prende con i moralisti: "Non sorprende affatto l'ipocrisia di una parte del mondo politico che vota leggi liberticide, e poi sniffa cocaina".