25 gennaio 2006

Occhio alle scarpe cinesi: contengono nichel.


Ebbene sì dopo lo scandalo di qualche anno fa riguardante la nuova moneta, ora è la volta delle scarpe cinesi. Oltre al nichel sembra che siano presenti diverse altre sostanze tossiche. Ho ricevuto proprio oggi la segnalazione da un caro amico del blog che una settimana fa si è recato in un rinomato "store" di calzature in Alessandria e dopo l'acquisto ha dovuto ricorrere alle cure del medico per un'improvvisa dermatite da contatto. Senza scarpe migliorava, appena indossava nuovamente il paio di calzature incriminato, peggiorava. Tirate voi le conclusioni...

Ed ecco l'articolo.
Hanno preso un paio di scarpe a caso, acquistandole direttamente in negozio. Poi le hanno portate al laboratorio di Vigevano. Quel laboratorio a cui i calzaturieri sono obbligati a ricorrere per avere il nulla osta su componenti e materie prime utilizzati. I risultati non si sono fatti attendere.

Sostanze tossiche e prodotti chimici dannosi erano presenti in gran quantità. E’ partita così l’inchiesta avviata dal ministero della Salute che, su sollecitazione dell’Associazione calzaturieri italiani, ha fatto scattare misure di controllo sulle scarpe importate dalla Cina. Coloranti sotto accusa. Ma anche colle, solventi, gomma. Gli uffici di frontiera dovranno effettuare controlli a campione, prelevando tre paia di scarpe per ogni partita di calzature in arrivo da inviare ai laboratori per essere sottoposte ad analisi complete. In 20, 30 giorni si avranno le risposte e se queste dovessero confermare i sospetti denunciati dall’Anci, assicura il ministro Storace, verranno presi provvedimenti e scatterà il blocco delle importazioni. La misura, informa Roma, durerà sei mesi. “Il problema è serio - dice Roberto Vallasciani, vicepresidente dell’Anci e titolare della Dribbling di Grottazzolina -. In Europa si può sdoganare di tutto. I prodotti non sono sottoposti a nessuna certificazione per collanti, solventi, sistemi di concia e coloranti. Noi invece dobbiamo sottoporci a regole ferree. Una non reciprocità dannosa per le nostre aziende. Concorrenza sleale, a fronte già di una manodopera a basso costo in Cina ma anche in Paesi come la Turchia. Così abbiamo fatto verifiche per conto nostro. Comprando direttamente le scarpe in negozio e facendole analizzare nei nostri laboratori. Ebbene, la presenza di nichel, per esempio, è risultata di 4, 5 volte superiore a quella prevista dalle normative comunitarie”. E il caso è scoppiato. Allergie, cattivo odore, vesciche. E sotto accusa non sono solo i prodotti a basso costo. Ma anche quelli di marca, di quelle aziende che hanno spostato parte del ciclo di fabbricazione in Asia. “Multinazionali furbe”. Firme di prestigio, soprattutto di articoli sportivi, che fanno gola in particolare ai giovani. Anche qui, materiali scadenti, mastici e coloranti non a norma. Della cui presenza non si sospetta visto che l’obbligo di dichiarare il luogo di fabbricazione in Europa non c’è. Nel 2004 sono state importate dalla Cina 127 milioni di paia di scarpe. L’incremento, solo nei primi sei mesi di quest’anno è stato del 600%. L’allarme è giustificato. Anche il dermatologo invita a correre ai ripari. Proteggersi con le calze è la prima misura da rispettare, per evitare dermatiti da contatto. A soffrire di più sono i giovani che spesso usano scarpe senza calze durante l’estate. Tant’è che i casi di problemi ai piedi sono in aumento: oggi sono il 5% del totale delle dermatiti da contato. Coloranti, colle, tipo di gomma. Ma occhio. Il problema è che non si riesce neppure a fare una diagnosi esatta della sostanza che può essere pericolosa proprio perchè - avvisa l’esperto - non è utilizzata in Europa.

Fonte:www.corriereadriatico.it

I veri poveri non fanno rumore!


Ora basta! Sono mesi che veniamo saturati da continue voci catastrofiste e la maggior parte vengono dai nostri vicini di casa, colleghi, amici che riportano il tam tam proveniente da tv e giornali. Ma ci siamo guardati attorno prima di gridare al lupo? Perchè posso accettare una riflessione sul modello occidentale di sviluppo, ma non che siamo in crisi. Ora mettiamo in ordine le cose:
1) chi ci ha rimesso dal cambio lira-euro sono gli operai e tutti i dipendenti con i redditi base. Tutti gli altri si sono adattati, altrimenti come spiegarci gli aumenti generalizzati? Artigiani, commercianti, imprese, gestori di attività, liberi professionisti ecc. ecc. hanno adattato immediatamente le loro tariffe, con il permesso di uno stato che sostiene il libero mercato. Vi ricordo che è successa la stessa cosa in Francia, Germania, Olanda e in tutti i paesi dell'Unione.
2) La crisi nasce dal fatto che siamo uno dei popoli più indebitati del pianeta. E a chi dare la colpa se il Sig. Rossi che guadagna 1500 euro al mese si è indebitato per 150.000? E tutti i mesi deve pagare il mutuo, la rata macchina, le bollette dei tre telefonini, l'abbonamento a SKY, la rata computer e chi più ne ha più ne metta? E se il Sig. Rossi arrivando a fine mese fa fatica e non ha i soldi per la benzina ed un week end al mare? Queste sono le cose che generano infelicità, malcontento e rabbia.... ma la responsabilità è sempre di chi ci governa o del Sig Rossi che ha speso dieci volte quello che guadagna?
3) Abbiamo abbracciato la democrazia e ci siamo dimenticati il valore primo della democrazia: la libertà. Siamo liberi di scegliere dove far la spesa, siamo liberi di fare la raccolta differenziata dei rifiuti, siamo liberi di non consumare il superfluo, siamo liberi di andare in bici in città anzichè in macchina e così via. Invece di far girare i nostri guadagni nelle tasche dei grossi gruppi, degli ipermercati, torniamo a farli girare ai cittadini normali, ai piccoli negozi. Sempre consapevoli che stiamo andando avanti e che quindi tante vecchie abitudini saranno da abbandonare e che il cambiamento avanza.

Ricordiamoci delle persone veramente in crisi!! Nel mondo nel 2026, cioè tra 20 anni, ci saranno due miliardi di persone in più. Saranno presenti nelle regioni più povere del pianeta, dove essere in crisi significa non avere di che vivere. E' nostro dovere fare del nostro meglio per aiutarli e per far sì che abbiano pari dignità e diritti. Possiamo farlo prendendoci la responsabilità di scegliere e smetterla di lamentarci perchè non possiamo soddisfare tutti i desideri che i media ci iniettano nel cervello.
Un sincero e profondo abbraccio a tutte quelle persone che in Italia sono realmente in crisi.
Per chi volesse aiutare un concreto cambiamento, consiglio vivamente di leggere le pagine di questo sito:
LIFEGATE

Come sempre invito chi si collega a questo blog di inviare una mail ad amici e conoscenti segnalando l'indirizzo di MARCIAINDIETRO.
A voi non costa nulla e a me date l'entusiasmo e il sostegno per scrivere nuovi articoli.
PS. postate i vostri commenti, non mi stancherò mai di ripeterlo.

23 gennaio 2006

Vigili Urbani pronti per la Parigi Dakar!



L'altro giorno apro la posta e scarico questa foto gentilmente inviata da Claudio Pasero che la dice lunga sulle contraddizioni di questo periodo storico. Siamo in piena crisi inquinamento, con alti tassi di polveri sottili e i vigili urbani tanto per dare il buon esempio che fanno? Scelgono di muoversi nel giorno del blocco della circolazione con questo mezzo poco ingombrante, "dalle basse emissioni di CO2" e indispensabile in pianura. Perchè in Alessandria senza il fuoristrada 4X4 da deserto come fai?. Sarebbe un casino occuparsi di traffico in bicicletta, figuriamoci a piedi... meglio il fuoristrada indubbiamente. Lancio un appello a tutti i lettori del blog: munitevi di post-it gialli e pennarello e quando vi capita di vedere in giro questi fuoristrada della polizia municipale, lasciatele sul parabrezza un messaggio tipo "no 4x4 in città".
Per chi volesse esprimere direttamente due righe di protesta via mail alla polizia municipale può cliccare il seguente link:
poliziamunicipale@comune.alessandria.it

20 gennaio 2006

Intolleranze alimentari: istruzioni per l'uso.



Scrivo di questo argomento perchè negli ultimi anni sembra che moltissime persone siano diventate improvvisamente intolleranti a qualche alimento, tra i quali svettano nella hit parade farine e latticini.
E allora ognuno cerca il suo guru, chi lo trova in un bravo naturopata, chi in uno specialista, chi nell'erborista sotto casa e più cerchiamo più vediamo avvalorate le nostre ipotesi, anzi alle volte il quadro peggiora e saltano fuori altri malanni, altre teorie. E così il gioco è fatto: siamo diventati intolleranti!
Da qui in poi l'iter è fatto di privazioni, diete, altre visite; e non basta, perchè ci tocca eliminare alimenti, stare attenti a non venire a contatto con questo prodotto o con un certo sapone e altre esagerazioni del genere.
Parlo senza nessuna vena ironica sia chiaro, è la mia esperienza personale.
Mi sono informato cercando nel web, sentendo l'esperienza di altre persone e cercando di comprendere le cause. Le intolleranze (al di là della celiachia) non esistono, o meglio non è da imputare agli alimenti la colpa dei nostri malesseri. E' un'insieme di elementi che messi insieme danno origine ai sintomi tipici delle intolleranze.
Quando il nostro corpo arriva a non tollerare più un alimento e sviluppa quindi una sintomatologia precisa ci sta solamente portando a galla il problema perchè noi possiamo porvi rimedio.
Il nostro organismo è molto più complesso di quanto stimiamo e vi sono numerose connessioni tra ciò che succede nella nostra vita e ciò che accade nella nostra pancia. Quindi la risoluzione del conflitto (perchè di conflitto si tratta) richiede pazienza e voglia di mettersi in gioco. Un valido e semplice test è il seguente: link al test
Non costa nulla ed è la cosa più logica da fare se si ha problemi di intestino o si presentano i classici sintomi di intolleranza quali: stanchezza cronica, diarrea, dermatiti, dolori articolari, mal di testa.
Una volta individuato l'alimento che crea maggiori problemi bisognerebbe fare due operazioni:
• rimuovere le scorie dall'intestino con una pulizia. A questo proposito l'argilla assorbe i gas e le tossine nocive. Ostacola le colture microbiche, le uccide, aumenta l'attività del fermento diastasico esistente nelle cellule e i prodotti di secrezione dell'organismo. Assorbe i prodotti dell'infiammazione e stimola l'eliminazione dei prodotti di rifiuto. Attenzione, però. Una volta iniziata, la cura d'argilla non deve, salvo eccezioni, essere interrotta prima del risultato desiderato. Essa scatena, infatti, un insieme di processi successivi (purificazione, rivitalizzazione) e fermarli nel loro svolgersi potrebbe essere dannoso.
• dopo aver pulito l'intestino iniziare un'integrazione di fermenti probiotici che dovrebbe essere prolungata per alcuni mesi.

Nel frattempo sarebbe utile cambiare stile di vita, almeno un pochetto...se siete pigri iniziare a muovervi, se vi muovete troppo iniziare a fermarvi, se votate a destra votare a sinistra e viceversa. Eheheheh!
Ribaltare le abitudini e rompere gli schemi insomma. Questa è la chiave.
Chiaramente questi sono "rimedi popolari", se avete guai seri usate il buon senso!!

Spero che queste righe vi siano d'aiuto e vi invito ad usare i commenti. E' quella nuvoletta che vedete quì sotto alla fine dell'articolo, se la cliccate potete lasciare un vostro commento ad ogni articolo presente nel blog.

La crisi del maiale



Sottopongo all'attenzione di tutti coloro che sostengono la teoria della crisi economica questi due articoli.
"Forse la crisi è la più grande invenzione per giustificare il fatto che non riusciamo più a consumare tutte le belinate
che produciamo." Mirko Camerin


Il rapporto del Wwf: per sostenere gli attuali ritmi di sviluppo bisognerebbe colonizzare due pianeti
«Troppo sfruttata, la Terra morirà nel 2050»

ROMA - Conto alla rovescia per la sopravvivenza della Terra. Stando all’ultimo, apocalittico rapporto del Wwf, ci resta poco meno di mezzo secolo di vita. Nel 2050, saccheggiato dalla voracità dell’uomo, privato delle sue risorse naturali, il nostro pianeta finirà di esistere come unica oasi del Sistema solare capace di alimentare la vita e si ridurrà a uno sterile ammasso di rocce. A quel punto la popolazione umana, che avrà superato il limite dei 9 miliardi di abitanti, dovrà cercarsi non uno, ma due pianeti gemelli della Terra. Buona fortuna. Un po’ disperato e un po’ provocatorio, il rapporto del Wwf intitolato The Living Planet sarà presentato domani a Ginevra, ma buona parte dei suoi contenuti sono stati anticipati ieri dal settimanale londinese The Observer . A parte le conclusioni, volutamente paradossali, la base del rapporto consiste in un’attendibile e minuziosa indagine scientifica sul deterioramento di ecosistemi, risorse e specie viventi rilevato negli ultimi 30 anni. Tre decadi in cui i ritmi di consumo delle società più industrializzate sono cresciuti in modo da diventare insostenibili per le riserve della Terra. Gli esperti del Wwf calcolano che, solo nel periodo considerato, è stato distrutto circa un terzo degli ecosistemi naturali, fra ambienti marini di acque dolci e forestali. «Ma l’aspetto più importante del rapporto, che esce con cadenza biennale, è l’avere ricavato due indici importantissimi, in grado di esprimere in termini scientifici rigorosi e in maniera sintetica lo stato di salute complessiva del pianeta - spiega Gianfranco Bologna, portavoce del Wwf Italia -. Il primo indicatore è l’impronta ecologica, che rappresenta la pressione della specie umana sulle risorse mondiali e che si esprime in ettari pro-capite. L’altro è l’indice di biodiversità che dà una misura del declino delle specie viventi». Ebbene, come calcolano gli esperti del Wwf, oggi per non far morire il pianeta dovremmo avere un’impronta ecologica di circa 2, mentre si va da 10 degli Usa, a 5 dell’Europa occidentale a 2 dell’Asia Centrale, fino a 1 dell’Africa.
L’indice complessivo di biodiversità, è passato da 100 a 65. «Tutto questo serve a dire ai governi del pianeta che le parole non bastano più: ci voglio azioni e impegni concreti, con precise scadenze per diminuire la pressione delle società umane sul pianeta e riequilibrare la distribuzione della ricchezza».
Franco Foresta Martin ( www.corriere.it)


La profezia del Wwf «Tra 50 anni dovremo fuggire su altri pianeti»
Il rapporto sulla Terra: se i consumi continueranno a questi ritmi le risorse si esauriranno presto. Principale accusata l´America di Bush

NEW YORK - Colonizzare per non sparire. In passato era già successo agli uomini, però stavolta non si tratta di armare una nave e raggiungere qualche continente ricco di risorse, ma piuttosto una navicella spaziale per inseguire qualche pianeta ospitale. Forse il World Wildlife Fund ha voluto drammatizzare un po' le cose, prevedendo la necessità di colonizzare almeno due corpi celesti entro i prossimi 50 anni. Ma il rapporto del WWF che uscirà domani non ha dubbi almeno su un fatto: gli uomini stanno rovinando la Terra, e se continuano così presto avranno bisogno di sostituirla. Lo studio si intitola «The Living Planet», e non a caso esce il mese prima del vertice sull'ambiente «Earth Summit», in programma a Johannesburg. Il testo è stato elaborato con la collaborazione del World Conservation Monitoring Centre di Cambridge, e prende l'anno 1970 come metro di riferimento per misurare la distruzione avvenuta negli ultimi tempi. Bastano davvero pochi numeri per capire la gravità dell'emergenza. Per esempio, dal 1970 ad oggi le foreste che coprono la Terra si sono ridotte del 12%, la biodiversità marina di un terzo, e gli ecosistemi basati sull'acqua pulita del 55%. A qualcuno queste cifre possono sembrare astratte, e quindi scendiamo nei particolari che ci toccano piu' da vicino. Lo sfruttamento sistematico degli oceani per la pesca ha fatto scendere la quantità di merluzzo dell'Atlantico settentrionale da 264.000 tonnellate a 60.000. I rinoceronti erano 65.000 nel 1970 e sono diventati 3.100 oggi, mentre gli elefanti africani sono calati da 1 milione e 200 mila nel 1980 a circa mezzo milione. La popolazione delle tigri è precipitata addirittura del 95% durante il secolo scorso, ma il pericolo dell'estinzione minaccia anche animali molto comuni come il passero, la cui presenza in Gran Bretagna è' diminuita del 92% negli ultimi trent'anni. Nello stesso periodo i consumi umani sono raddoppiati, e continuano a crescere al ritmo dell'1,5% all'anno. Martin Jenkins, coautore del rapporto, ha commentato così la situazione: «Le cose stiano peggiorando ad una velocità mai vista prima. Una singola specie non aveva mai avuto tanto impatto sugli equilibri del pianeta, e quindi stiamo entrando in un territorio sconosciuto». Il WWF non si concentra sull'aumento della popolazione umana, ma piuttosto sulla crescita sproporzionata dei consumi e dell'inquinamento, puntando il dito verso i paesi ricchi. Gli abitanti degli Usa, tanto per fare un esempio ovvio, consumano circa il doppio di quelli della Gran Bretagna, e ben 24 volte i beni adoperati nelle zone più povere dell'Africa. Il rapporto cerca di dare una dimensione tangibile ai consumi, concolando la quantità di suolo necessario a sostenere ciascuna persona. Il risultato è che per sopravvivere ai ritmi attuali, un americano ha bisogno di 12,2 ettari di terreno, un inglese di 6,29, un europeo occidentale di 6,28, un etiope di 2 e un abitante del Burundi di mezzo ettaro. La conclusione drammatica è che se questi sprechi non verrano contenuti, nel giro di 50 anni la Terra non avrà più le risorse per sopportarci. Quindi dovremo fuggire, puntando verso almeno due pianeti per sostenere le nostre abitudini di vita. Naturalmente c'è una ragione politica per lanciare l'allarme proprio in questo momento. Il mese prossimo il Sudafrica ospiterà l'Earth Summit, e la conferenza preparatoria che si è svolta a Bali il mese scorso si è conclusa senza un accordo su come affrontare l'emergenza. L'imputato principale, almeno secondo le organizzazioni non governative e i gruppi ecologisti, è il presidente americano Bush, non solo perché ha bocciato il protocollo di Kyoto sull'inquinamento atmosferico, ma perché in generale ha un approccio ai problemi ambientali che mette lo sfruttamento industriale davanti alla protezione. Secondo Matthew Spencer di Greenpeace, «se a Johannesburg non ci saranno concessioni da parte dei paesi più ricchi, vedremo i fuochi d'artificio». Finora l'amministrazione Bush ha risposto che i dati dell'emergenza, soprattutto nel settore del riscaldamento globale, sono incerti e vanno approfonditi. La Nasa, nel frattempo, ha lanciato una missione per conoscere meglio le comete, e sogna da sempre la spedizione umana su Marte, dove nei mesi scorsi ha trovate le tracce dell'acqua: magari il futuro appartiene proprio al paradosso del WWF.
Paolo Mastrolilli (www.lastampa.it)

18 gennaio 2006

Altro che aviaria, questa è solo aria!!!!



Il virus dei polli si chiama automobile ed è gia passata da uomo a uomo.
Veicolo principale di trasmissione: la TV.
Monossido di carbonio, benzene e idrocarburi: sono solo alcune delle sostanze inquinanti più pericolose presenti nell'aria in questi giorni.Il nemico pubblico numero uno è però il Pm10. Questo breve codice alfanumerico indica un insieme di polveri inquinanti solide e liquide, altamente nocive per l'uomo. Possono essere generate da fenomeni naturali, come l'erosione del suolo o, più comunemente, dai gas di scarico delle automobili o dall'inquinamento degli impianti industriali. La mancanza di vento e una insolita siccità hanno fatto ristagnare queste sostanze nell'aria, facendo scattare l'allarme. Il Decreto Ministeriale del 25/11/'94 ha stabilito la soglia di rischio quando il PM10 supera i 40 microgrammi per metro cubo d'aria.
ALESSANDRIA da 29 giorni HA SUPERATO DI BEN 50 MICROGRAMMI PER METRO CUBO LA SOGLIA MINIMA.
Appello al Sindaco: per favore prima di fare la danza della pioggia, metta una ventina di transenne e chiuda definitivamente
il centro città. Lei è di sinistra, dovrebbe saperne qualcosa di bene comune. Ci sorprenda, non chiediamo nient'altro...
Le polveri sono un pericolo subdolo : bambini, malati, donne in stato di gravidanza e anziani, sono i soggetti più a rischio. Preoccupanti sono le possibili patologie che il PM10 può provocare sull'organismo umano:
infezioni polmonari batteriche e virali;
aumento della possibilità di contrarre tumori polmonari;
aritmie cardiache e modifiche dell'elettrocardiogramma;
aumento della coagulabilità del sangue, un fattore di rischio per ictus e trombosi.

Mi piacerebbe camminare nella mia città senza tenere una mano sulle palle e l'altra sul naso.
Grazie